
Sapete davvero come è nata la Giornata Internazionale della Donna? Spesso si sente dire che abbia avuto origine da un tragico incendio avvenuto in una fabbrica tessile di New York l’8 marzo 1908, ma in realtà si tratta di una narrazione errata.
L’incendio c’è stato davvero, ma il 25 marzo 1911 alla Triangle Shirtwaist Company, e non ha dato origine alla ricorrenza, bensì a una serie di riforme sulla sicurezza del lavoro.
Questa vicenda, in cui hanno perso la vita centinaia di donne lavoratrici, resta comunque una potente testimonianza di come la negligenza e la sete di profitto spesso mettano in secondo piano la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori, fino a sacrificarne la vita.
L’incendio della Triangle Shirtwaist Company: una tragedia evitabile
La Triangle Shirtwaist Company occupava gli ultimi tre piani di un edificio di dieci piani nel cuore di Manhattan.
Qui, circa 500 operai tessili, per lo più giovani donne immigrate dall’Italia e dall’Europa dell’Est, lavoravano in condizioni estreme: turni massacranti, spazi angusti, materiali altamente infiammabili e impianti elettrici a vista.
Le uscite dell’edificio erano state sbarrate dai proprietari per evitare furti e pause non autorizzate. Quando l’incendio si propagò, non ci fu via di scampo: le fiamme divorarono il fabbricato, e chi non rimase intrappolato preferì lanciarsi nel vuoto piuttosto che morire bruciato. Il bilancio fu di 146 vittime, di cui 123 donne.
Dopo il disastro, i proprietari della fabbrica vennero assolti grazie a una difesa legale cinica e spregiudicata, ma la tragedia scatenò un’ondata di indignazione popolare e di proteste. Proteste che, a dirla tutta, lavoratrici e lavoratori portavano avanti da tempo, senza essere ascoltati.
Ci volle una catastrofe di tale portata perché la loro rabbia venisse finalmente presa sul serio, tanto che nei due anni successivi all’incendio della Triangle, a New York, furono emanate nuove norme sulla salute e sicurezza, segnando l’inizio di un progressivo miglioramento delle condizioni di lavoro.

Oggi: nuove minacce, stessi squilibri
Oggi, nei paesi industrializzati, grazie a normative più stringenti, le condizioni fisiche del lavoro sono notevolmente migliorate rispetto al passato, ma permangono minacce più sottili e insidiose, come le discriminazioni di genere e le molestie sul lavoro.
Secondo l’ISTAT (2022-2023), oltre 2,3 milioni di persone tra i 15 e i 70 anni hanno vissuto una forma di molestia sul lavoro, e nell’81,6% dei casi si tratta di donne.
L’aspetto più preoccupante è che questi comportamenti sono talmente radicati nel tessuto lavorativo e sociale da non essere spesso riconosciuti per ciò che sono, nemmeno dalle vittime stesse: veri e propri abusi.
Le conseguenze di questi abusi non si limitano al disagio psicologico, ma incidono direttamente sulle performance lavorative: assenteismo, difficoltà di concentrazione, stress cronico e perdita di fiducia in se stesse sono solo alcune delle ricadute più comuni.
Come prevenire discriminazioni e molestie?
La prevenzione passa attraverso consapevolezza e cultura aziendale. Le aziende possono adottare misure concrete per garantire ambienti di lavoro più inclusivi, tra cui:
- Formazione per riconoscere e contrastare la violenza di genere;
- Identificazione dei fattori di rischio e dei gruppi vulnerabili;
- Adozione di protocolli aziendali per la gestione delle molestie e il supporto alle vittime;
- Creazione di figure di riferimento a cui le lavoratrici possano rivolgersi in sicurezza.
Un ulteriore passo avanti è rappresentato dall’implementazione di un sistema di parità di genere certificato secondo lo standard UNI/PdR 125:2022, che oltre a migliorare il clima aziendale, offre vantaggi concreti come incentivi fiscali, punteggi premianti negli appalti e una maggiore attrattività per talenti e investitori.
L’impegno di BCO Consulting
Abbiamo affrontato questi temi durante il nostro evento “Parità di genere: opportunità e sfide per le imprese”, tenutosi il 27 febbraio a Milano. Attraverso il contributo di professionisti ed esperti in diverse discipline, abbiamo discusso di cultura aziendale, sostenibilità, aspetti legali e valutazione dei rischi legati a discriminazioni e molestie.
Oggi vogliamo condividere la testimonianza di Silvia Gioanola, Business Coach ed esperta di risorse umane, che ha partecipato al nostro evento e ha saputo esprimere con lucidità e sensibilità l’importanza di queste tematiche. Vi lasciamo alle sue parole, che riassumono alla perfezione il senso di questa iniziativa.
La sicurezza sul lavoro non riguarda solo il rispetto delle norme tecniche, ma anche la creazione di ambienti di lavoro in cui nessuno debba temere discriminazioni o abusi.
Non basta garantire uscite di emergenza e presidi antincendio, dobbiamo anche costruire un futuro in cui la dignità e il benessere delle persone siano tutelati tanto quanto la loro sicurezza fisica.
Credits:
Ing. Enrico Brigoli
Avv. Silvia Costantino
Lorena Pais e Catia Feoli – CADMI: Centro di Accoglienza delle Donne Maltrattate
Alessandra Mauri – Redpoint Communications
Samantha Lentini – La Rotonda ETS
Altre fonti: